La Corte Europea indica i motori di ricerca come responsabili della Privacy sul web.
…sentenza che rafforza il diritto all’oblio.
Accolto il ricorso di un cittadino spagnolo che ha fatto causa al colosso di Mountain View, Google.
La sentenza stabilisce che “il motore di ricerca, nella persona del suo gestore, è responsabile del trattamento dei dati personali che appaiono sulle pagine internet, anche se pubblicate da terze parti.”
Cercando il tuo nome e cognome su un motore di ricerca, nel caso compaiano nell’elenco dei risultati pagine di siti web che riportino il tuo nome e cognome, magari correlati ad una parola come indagato, puoi rivolgerti direttamente al gestore del sito web per chiedere che il collegamento venga soppresso. Qualora il gestore non proceda alla rimozione / soppressione del link, la persona coinvolta può rivolgersi alle autorità competenti per ottenere, sussistendo le giuste motivazioni e condizioni, la soppressione del link dai risultati delle ricerche sul / sui motori, in termine tecnico deindicizzazione.
La Corte ha però evidenziato che si deve ricercare il giusto equilibrio tra il legittimo interesse degli utenti internet ed il diritto all’oblio ed al ritorno ad una serena vita privata, oltre che al diritto alla protezione dei dati personali.
Se vuoi approfondire l’argomento puoi leggere la descrizione del diritto all’oblio di wikipedia
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