Sei stato indagato
…e le testate giornalistiche del web hanno diffuso la notizia immediatamente.
Hai affrontato lo sguardo di amici e parenti, oltre che di conoscenti e vicini di casa, sapendo di essere innocente ma, ormai, la notizia ti perseguita e, anche quando vieni prosciolto, rimane sempre una traccia di questo spiacevole evento.
Per un libero professionista, un dirigente d’azienda, un’azienda stessa, finire sui giornali per una notizia giudiziaria non è mai un piacere, ma se questa notizia diffamante continua a perseguitarti anche quando la legge ti ha riconosciuto innocente, sono certo che non sia una cosa facile da sopportare.
Le testate giornalistiche sono sempre alla ricerca di notizie di cronaca che possano aiutarle a vendere più copie possibili, anche a scapito del diritto di ciascuno di noi di essere ritenuto innocente finché non si sia arrivati all’ultimo grado di giudizio.
La notizia di una o più persone indagate attira l’attenzione dell’opinione pubblica e, di conseguenza, anche il motore di ricerca si accorge che quella pagina, che riporta il tuo nome, è molto richiesta e ritiene che sia molto rilevante, essendo in grado di soddisfare il suo scopo principale, ovvero fornire agli utenti ciò che cercano.
Così facendo la notizia entra in un turbinio infinito di letture, condivisioni e ripubblicazioni, anche da parte di testate giornalistiche minori, locali, che non fa altro che rafforzare la presenza di quella notizia sul web. Notizia che associa il tuo nome e cognome alla parola indagato o indagati.
Il fatto che durante una ricerca sul motore venga associato al tuo nome e cognome una notizia che, in qualche modo, alluda al fatto che sei stato indagato, è comunque qualcosa che non rende giustizia alla tua reputazione, soprattutto sul web. La web reputation è divenuta ormai una parte integrante del curriculum di un libero professionista o di un’azienda.
Sei stato prosciolto dopo dure battaglie ma google non ti rende giustizia?
Come consulente seo posso aiutarti a far valere i tuoi diritti, anche sul web. Quando si cerca il tuo nome e cognome, non è giusto che la prima notizia che viene mostrata dal motore sia sempre riferita al fatto che sei stato indagato, o al più, prosciolto. Sono, e devono essere, altre le notizie che ti riguardano e che devono essere mostrate in rete quando si digita sul motore di ricerca il tuo nome e cognome oppure il nome della tua azienda o attività.
Ho seguito diversi casi simili al tuo e sono riuscito a risolvere la situazione in tempi ragionevoli.
Quanto ci vuole? Ogni situazione è diversa dalle altre ma, ragionevolmente, il tutto si può risolvere tra i 3 ed i 6 mesi. Capisco che si tratta di un periodo molto lungo, ma nessuno di noi può controllare il motore di ricerca al 100%.
Diffidate di chi vi promette una garanzia al 100%. Se lo fanno e ve lo mettono per iscritto, con la garanzia del “soddisfatti o rimborsati” accettate subito!
Nel mio lavoro di consulente seo osservo i motori di ricerca, le loro reazioni a delle semplici azioni che vengono eseguite sul sito, o anche esternamente ad esso. Da come il motore reagisce traggo delle ipotesi su come vengano considerate le mie azioni. Fai attenzione, sono ipotesi e, anche se avvalorate dai dati e dai fatti, non potranno mai essere certezze.
Ogni giorno i programmatori di Google elaborano nuovi algoritmi che vengono implementati ai precedenti, a vari livelli. Nessuno conosce la formula di questi algoritmi. Si può provare a telefonare Brin & Page (http://it.wikipedia.org/wiki/Google), magari ci possono aiutare.
Faccio questa precisazione non per generare inutili allarmismi ma per renderti cosciente che non ci sono certezze e, men che meno, tempi certi. Nella realtà dei fatti, spesso, accade che il tutto si possa risolvere in pochi giorni, ma non amo dare false speranze.
Nella mia consulenza seo, laddove si renda necessario, mi avvalgo della collaborazione di un consulente legale specializzato in questo tipo di problematiche, per lo più legate al web. In alcune situazioni infatti, la semplice azione di un avvocato che sappia come comportarsi, risolve il problema in pochi giorni o, per lo meno, risolve gran parte del problema, facendo valere il diritto all’oblio dei clienti che, come te, sono stati indagati e poi prosciolti ma per i quali, la notizia che siano stati indagati, rimane a galleggiare nel web anche dopo anni.